Castello Acquaviva di Nardò

Penetrare nella terra dei due mari e seguire itinerari innovativi ci porta a scoprire qui a Nardò il Castello di Acqua Viva. Subito si può osservare un elemento esplicativo della tradizione di Nardò proprio nel castello dove troviamo due stemmi quello di Peresonè che raffigura due putti in lotta sopra Mercurio, e quella degli Acquaviva con due leoni dorati simbolo di forza ad indicare ricchezza. La storia del castello è ancora oggi circondato da mistero si sa che esso è stato costruito nel XV secolo dopo la costituzione del ducato di Nardò sotto la famiglia degli Acquaviva che presero il potere dagli aragonesi. La struttura fu opera dell'architetto Giulio Antonio Acquaviva, duca di Atri e allievo di Francesco di Giorgio Martini. L’edificio fu concepito come ampliamento di una costruzione precedente, e si caratterizzò con un impianto quadrangolare cinto da mura e circondato da un profondo fossato. Il maniero era completato agli spigoli da quattro massicci torrioni a mandorla sporgenti; uno dei quali fu poi fatto ricostruire dal “Guercio di Puglia” dopo la rivoluzione neretina del 1647 scoppiata in concomitanza con la rivolta popolare di Napoli guidata da Masaniello; sicuramente tutto l'edificio si sviluppava su quattro livelli in cui erano distribuite circa 49 stanze. Un decisivo rimaneggiamento lo portò alla trasformazione in residenza civile della famiglia Personè agli inizi del XX secolo, su progetto dell'ingegnere Generoso De Maglie di Carpignano Salentino. La facciata principale, decorata con motivo a bugnato, è frutto del rimaneggiamento ottocentesco, e caratterizza oggi l'aspetto definitivo di questo ormai nobile castello che oggi ospita il municipio. Oggi nel torrione del castello all’interno si svolgono molte mostre come quella della Civiltà Contadina.