Abbazia del Goleto

L’Abbazia del Goleto sorge su un colle che domina la Valle dell’Ofanto fuori dal centro abitato di Sant’Angelo dei Lombardi e costituisce un autentico gioiello dell’architettura religiosa dell’Irpinia. In essa si fondano arte, religione e storia. Fondata nel 1133 da San Guglielmo da Vercelli, diciannove anni dopo la costruzione dell’Abbazia di Montevergine ad Avellino, visse il suo periodo di massimo splendore fino al XIV secolo.  La struttura dell’Abbazia comprendeva un doppio monastero, uno maschile e l’altro femminile, con altrettanti chiostri, una chiesa superiore ed una inferiore, un casale ed un cimitero. Nel 1515 alla morte della badessa si decretò anche la fine della comunità femminile che era stata soppressa dieci anni prima da papa Giulio II. Il monastero, quindi, fu unito a quello di Montevergine, che provvide ad assicurare la presenza di alcuni monaci. Iniziò così una lenta ripresa fino alla metà del Settecento quando si portò a termine il restauro del monastero e si realizzò la chiesa grande ad opera di Domenico Antonio Vaccaro. Nel 1807 il sovrano di Napoli, Giuseppe Bonaparte, soppresse l'Abbazia e il corpo di San Guglielmo fu traslato a Montevergine. Il monastero restò abbandonato fino al 1973. Della Chiesa del Vaccaro oggi si possono  ammirare l'ingresso a tre archi, il portale in pietra, i resti dei tre altari marmorei e delle alte cortine murarie stuccate. Incantevole è il chiostro, interamente in pietra, con archi e spazi interni, il giardino interno con la Torre Febronia, eretta nel 1152 su ordine dell'omonima Badessa. Visitabile è anche la chiesa inferiore, nata come cappella funeraria, presenta una pianta a due navate, separate da altrettante colonne. Il vero gioiello dell’Abbazia è di sicuro la Cappella di San Luca costruita per accogliere le spoglie del santo. Dei numerosi affreschi cinquecenteschi che arricchivano la chiesa non restano che due medaglioni, raffiguranti le badesse Scolastica e Marina, e qualche episodio della vita di San Guglielmo.