Porta Santa Alchemica - Arco

Eretta tra il XVI e il XVII secolo la Porta Alchemica di Rivodutri rappresenta di sicuro uno dei monumenti più enigmatici del Lazio. Anticamente faceva parte di una residenza privata appartenente alla famiglia Camisciotti. La casa divenne nel 1757 di proprietà della famiglia Nicolò che la tennero fino al 1874, anno in cui passò al Comune che la trasformò in scuola. Oggi è posizionata su Via Umberto I, si apre su un giardino dedicato ai Caduti dei due conflitti Mondiali. E’ stata posizionata qui negli anni ’70 del secolo scorso, dopo che era stata custodita in alcuni magazzini comunali a seguito di un violento terremoto che aveva colpito il territorio il 31 dicembre del 1948. La porta presenta una serie di simbolismi che ricordano radici cristiane, ma che non disdegnano l'incontro con la tradizione cabalistica, se non anche orfico-pitagorica. La maggior parte dei simboli esprime il mistero della trasmutazione non solo dei metalli, ma anche della psiche e dei rapporti tra corpo e anima dell'uomo. La lettura dell'arco parte in basso a destra verso l'alto, presentando subito quattro rette (con la scritta QUID HOC FORTIUS) che partono da un punto centrale: da qui parte ogni cosa, acqua, aria, terra e fuoco. Si prosegue in alto con diversi simbolismi fino ad arrivare in posizione apicale con la figura dell'Ermafrodito, cioè due cose in una, un REX e una REGINA uniti da un'unica corona e subito sotto, nella chiave di volta, il cuore fiammeggiante di Cristo simbolo universale dell'amore, racchiuso però in un cerchio che potrebbe rappresentare l'inizio e la fine. Altri simbolismi sono il pentacolo, le palme e Mercurio, il primo agente per la pietra filosofale.