Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore - sec. XIII

La Chiesa Matrice di Corato, risalente  al 1139, conserva poche tracce dell’originaria struttura a causa di interventi di restauro seguiti al sisma del 1627, ed una serie di rimaneggiamenti realizzati nel 1863. La facciata conserva ancora elementi riconducibili al periodo medioevale, come il portale a sesto acuto, che presenta un ricco cornicione decorato nella cui lunetta vi è un altorilievo raffigurante il Cristo benedicente, la Vergine e un Santo. Il campanile, costruito su modello della Cattedrale di Trani, si eleva su tre livelli, aperti da una bifora nel secondo livello e una trifora nel terzo.   Anche l’arredo interno ha subito notevoli modifiche verso la fine dell’Ottocento, tali da cancellare quasi completamente le tracce dell’aspetto medioevale della chiesa. E’ comunque possibile risalire all’aspetto che gli interni potevano avere nel XVI secolo, grazie a una copia dell’Inventarium majoris Ecclesiae Corati del 1559: secondo il documento, vi erano ben 14 cappelle, disposte lateralmente e decorate con affreschi.  Solo nel 1957, venne scoperto uno di questi affreschi, che raffigura la Madonna di Costantinopoli con Bambino; ai lati, sono presenti due figure di Santi e nella lunetta superiore, vi è la scena della crocifissione con la colomba dello Spirito Santo. Di fianco alla croce, appaiono S. Pietro e S. Paolo. L’affresco è firmato semplicemente con le iniziali dell’artista, ZT, le cui opere sono presenti anche nelle chiese di Ruvo e nella Chiesa Matrice di Modugno.